Offriamo oggi ai lettori alcune composizioni poetiche
di due tra i migliori poeti del Venezuela: Vicente Gerbasi
e José Ramòn Medina. Il primo, nato nel 1913, ha
trascorso la sua infanzia in Italia e, tornato nel suo paese, è stato ed è tuttora uno degli animatori della vita letteraria e culturale del Venezuela; il secondo, che è stato
pure in Italia nel 1951, è più giovane, ma già si è imposto all'attenzione della critica e ha vinto nel '52 il «Premio Boscàn» di Barcellona.
La traduzione è di Dario Puccini:
Volti contadini
Un odore acre di caffe naturo
sparge grumi rossi alle luna
grilli de luce violetta, serpenti a sonagli
che avvelenano l'aria delle felci
S'illumina l'ombra delle cime
e cala giù dagli alberi del fiume
suonando gigli bianchi di penombra
.fino all'oscura casa del silenzio,
dove il mais accende perle braciate.
Ci invade la notte grano a grano,
con. musica di fronde sui confini,
con bùccine indigene che invocano
le mestizia cupa dei morti
Alla luce delle lampade gia fugge
uno spazio d'erbe, di tabacco
di celesti zolle e di rane
In circolo, i volti contadini
ascoltano la favole antiva degli astri.
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Il Leopardo
Il leopardo si rifugia nella notte dalle grandi foglie
che brillano come sorgente
sprofonda sotto le sue orme scarabe addormentati
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vagola nel suo furore oscuro
che ha fiamma negli occhi.
Attorno a lui l'ombra profuma di vegetali di menta,
dispersa lucciola tra le liane.
I cacciatori prclldono la sua pelle
e la stendono al vento come una costellazione.
VICENTE GERBASI
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Nel suo còmpito d'amore
Nel suo còmpito d'amore il vento viene
e va in mezzo agli alberi; è un bimbo
cieco, biondo e serotino.
Percorre l'estate,
e al suo passo si scioglie la luce, a tratti.
lentamentc: distesa, lunga, sparsa e sicura.
Si prostrano le cose. La campagna sale
nel vapore lontano della spiga.
La grazia solitaria dell'amore comincia
in mormorio, in sibilo, in acqua fresca
como un gran labbro fresco che spartisca
i suoi rumori fluviali sulla terra,
Nel suo còmpito d'amore la sera calpesta
suolo di muschi e di piovuta terra
vagamente odorosa a tempi antichi
Di tratto in tratto sopra il campo geme
una grande ombra, un ucello scontitto,
che fugge, pessa, torna ricommente.
JOSE RAMON MEDINA
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